Il nome gentiluomo indicava anticamente un nobile veneziano di aspetto elegante e dal comportamento leale, generoso, giusto, educato e gentile.
Si nasce quindi gentiluomini per nobile lignaggio, ma si può anche diventarlo per volontà, educazione e per stile di vita.
A questo proposito vorrei presentare quattro gentiluomini vissuti in epoche molto diverse. Dal profondo passato emergono tre giovani uomini attraverso i dipinti che ne fecero i grandi artisti veneti Tiziano Vecellio e Lorenzo Lotto. Il quarto gentiluomo è Yvan Beltrame, un artista veneziano nato nel 1917 e vissuto fino agli inizi del terzo millennio, che tutti apprezzarono oltre che per le doti artistiche anche per le qualità umane.
La scelta di presentare un racconto ispirato alla vita di un artista moderno, e tre dipinti eseguiti nel Rinascimento, nasce da un intreccio di avvenimenti comunque legati ai fasti di una città unica e straordinaria come Venezia.
La prima e la seconda storia sono accomunate dal luogo, perché l'ambiente dei primi due racconti è Cannaregio, in altre parole, il sestiere di Venezia che guarda verso la Laguna nord. In questa parte di laguna si gode la vista di un paesaggio straordinario: adagiate nell'acqua salmastra emergono le isole di Murano, Burano, Torcello, San Francesco del Deserto... e quando il cielo è terso si stagliano all'orizzonte le Dolomiti: le montagne del Cadore.
Con la seconda parte di questo racconto i luoghi cambiano, non più all'interno della Laguna ma oltre i canneti e le piccole isole disabitate verso occidente e la foce dei fiumi, si passa ai domini di Venezia nella terraferma. E' un viaggio alla ricerca di raccoglimento, silenzio e armonia poetica che la dolce campagna veneta sa evocare, e che diventa l'ambientazione dei due ritratti di gentiluomini dipinti da Lorenzo Lotto.
Della vita di questi giovani uomini che Lorenzo Lotto e Tiziano Vecellio hanno dipinto tra il 1523 e il 1530 non si sa nulla. Non ci sono documenti per ricostruire nemmeno una parte della storia che ha coinvolto questi straordinari artisti, Tiziano e Lorenzo Lotto, con degli sconosciuti gentiluomini. Non abbiamo modo di capire in quale ambiente hanno vissuto questi tre giovani, e anche le simbologie che accompagnano i luoghi e gli ambienti dove vivevano sono ormai di difficile interpretazione.
Sono rimasti però i loro ritratti, che lasciano ancora oggi una traccia indelebile nel nostro cuore e nei nostri occhi.
Immagini dipinte che hanno coinvolto dei giovani sconosciuti in un rapporto, intimo e privato, con dei grandi interpreti del Rinascimento italiano.
L'introspezione, questo è il segreto del fascino che emanano i tre ritratti: L'uomo dal guanto di Tiziano Vecellio, Gentiluomo con zampino dorato e Ritratto di giovane di Lorenzo Lotto.
Dipingendo, il pittore riesce a leggere, percepire e indagare i sentimenti del soggetto che ha di fronte. Così è accaduto per questi gentiluomini: i dipinti, che raffigurano in modo indimenticabile i loro lineamenti sulla tela, hanno fissato anche i sogni, i progetti, gli amori, le malinconie e i tormenti dell'anima.